La fine?/…

Son partite in 24, erano forti e sono rimaste in due. Olanda o USA? Alex Morgan o Vivianne Miedema? Megan Rapinoe o Lieke Martens? Tra poco sapremo. Delle Azzurre invece sappiamo già. Si sperava negli ottavi, si è arrivate ai quarti. Emozioni. Milioni di ascolti. In barba a chi “quelle 4 lesbiche” non fanno audience, annoiano, fanno cambiare canale. Conquistano milioni di telespettatori. In barba a chi. La macarena vintage contagia. Ma mica subito. La prima vittoria sulla più quotata Australia al Tg1 la servono come ultima notizia. Per non dire di chi ancora pensa che questo sport giocato dalle donne “non si può guardare”.

Ma si va avanti. Intanto ci si interroga. Portiera o portiere? Arbitra o arbitro? Difensore o difensora? Parole nuove o parole vecchie? E poi insomma, questo sport sarà mai per signorine? C’è chi dice sì, c’è chi dice no, e forse è meglio non dire, perché nessuno sport è per tutti e tutte, altrimenti faremmo tutti un solo sport.

E cresce l’interesse

E cresce l’interesse. Il Corriere fa l’album delle figurine, l’Italia si mangia la Giamaica e si guadagna la prossima, quella con il Brasile, su Rai1. Dall’ultima notizia, alla diretta. Mai successo. E però, si batte la Cina, si cade con l’Olanda. E poi. Mamma Rai parla al maschile, e giù critiche, ma quando Patrizia Panico commenta dicendo “uomo su uomo” ed Elena Linari (per dirne una) chiama Milena Bertolini “mister”, capisci che le cose in fondo stanno sempre così. Pazienza. Sarà questione di tempo. Peggio fa chi, ricordando che Dio creò l’uomo e la donna, invita il pubblico maschio a bucare palloni (cit. il Foglio), chi siccome il calcio è “una metafora della guerra” (sicuro?) e le donne hanno sempre odiato tutto ciò, per carità, facciano quel che vogliono, ma perché giocano? (Massimo Fini).

Ne è uscito maluccio anche quel Cecchi Paone che scopre l’acqua calda parlando di lesbiche in questo ambiente, sperando nel clamore e invece dai, ha toppato. E quelli che chiedono “a chi dedichi questo gol” per carpire qualche notizia gossippara e loro rispondono “al nonno”, “a tutte noi”, “al mister” e insomma nessuno che potesse o confermare sospetti? E poi c’è quella che è fidanzata con quell’altra (no, le italiane no), quell’altra che ha il fidanzato che l’ha seguita “ma niente sesso!” (sì, l’italiana sì). Il mondiale oggi chiude il sipario. Tra Mattarella che le riceve – “siete vincitrici” – e Sara Gama che cita la Costituzione (applausi) e compare sulla pubblicità Nike -“Le avranno sbiancato la faccia?” “Una multinazionale no!” e via commentando-. Tra i thé di Alex Morgan e la gara di sproloqui di Sky e Rai (sì, ancora, e Cristina Capotondi, perché proprio lei?).

Tra le ultime rivendicazioni per i bassi compensi destinati al calcio femminile e pezzi di stampa ancora oggi opinabili (Repubblica, avevamo proprio bisogno di un pezzo sulle soccer mom?). Si sa già che con questo mondiale le iscrizioni in Italia alle scuole femminili di calcio crescono in modo esponenziale e questo è un (bel) fatto. E tra poco si gioca la finalissima. Allora, viva il calcio. Quello giocato (bene).

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