Gli addii illustri del 2020? Tutti uomini. Lo dice La Stampa

Quando un anno sta per concludersi, o è appena concluso, c’è sempre la tendenza a ricordare i fatti salienti. Gli eventi salienti. Le imprese salienti. Le vittorie salienti. I record salienti. E anche i morti salienti. Spicca in questo senso un titolo de La Stampa del 30 dicembre (ci scusiamo per il ritardo nella segnalazione, ma eravamo un po’ obnubilate dalle feste natalizie): «Gli addii che non avremmo voluto nel 2020». 13 addii. Tutta gente famosa. Più precisamente uomini.

Lucia Bosè

Riguardi, rileggi: a ognuno, come un santino con data della morte, è dedicato un coccodrillo formato tascabile. Si va in ordine di dipartita, covid o non covid che sia, attraversando cultura, sport, spettacolo. E si ricordano doverosamente Kobe Bryant (25 gennaio), Kirk Douglas (5 febbraio), Albert Uderzo (24 marzo), Luis Sepulveda (16 aprile), Ezio Bosso (14 maggio), Carlos Ruiz Zafón (19 giugno), Ennio Morricone (6 luglio), Chadwick Boseman (28 agosto), Philippe Daverio (2 settembre), Sean Connery (31 ottobre), Gigi Proietti (2 novembre), Diego Armando Maradona (25 novembre), Paolo Rossi (9 dicembre). Grandi. Talvolta grandissimi. E noi di Noialtre non vogliamo sminuire l’importanza di chi ci ha lasciato nell’anno che abbiamo appena salutato. Non è questo il punto.

Stella Tennant

Il punto è: sembra concepibile una cosa del genere? In giorni, tra l’altro, in cui si sente spesso dire, leggere, che il futuro è donna? Dove? Abbiamo forse bisogno di inserire una quota rosa anche nelle morti? Facciamola, allora. La prima che ci viene in mente (siamo sentimentali) è Juliette Greco, e ci risulta incomprensibile come non sia stata ricordata l’ultima icona della chanson française e dell’esistenzialismo, scomparsa lo scorso 23 settembre. Un nome tira l’altro. Il richiamo della musica, sebbene di altro genere, ci porta a Mirella Freni. Meno male che La Scala il 7 dicembre ha ricordato il soprano modenese nel video di introduzione nella romanza Io son l’umile ancella da Adriana Lecouvreur. Ci ha veramente scaldato il cuore.

Il 2020 è stato particolarmente impietoso con le attrici. Lucia Bosé è morta il 23 marzo dopo una vita dedicata allo spettacolo, da Miss Italia al cinema d’autore, e il primo che ringraziamo è Michelangelo Antonioni per averle aperto la strada nel 1950 in Cronaca di un amore. Nei mesi a seguire se ne vanno l’attrice francese Patricia Millardet (13 aprile), vista in molte serie televisive italiane, Olivia de Havilland, la dolce Melania che il 26 luglio chiude il cerchio degli scomparsi del leggendario cast di “Via col vento” a 104 anni, l’amata Franca Valeri (9 agosto), che limitarla al solo ruolo di attrice risulta riduttivo, essendo stata sceneggiatrice, drammaturga, regista di opere liriche, intellettuale.

Rossana Rossanda

Non c’è più Diana Rigg (10 settembre), ovvero come mi trasformo da Bond Girl a Lady Olenna de Il Trono di Spade come se nulla fosse. Ci piace ricordare anche Daria Nicolodi (26 novembre) e con lei tutti i personaggi nei film di Dario Argento, e l’attrice e modella Kelly Preston (12 luglio). Se invece diciamo top model, come si fa a non ricordare Stella Tennant? Cinquant’anni appena compiuti, fascino androgino, ha segnato la moda negli anni ’90 e a noi ha segnato la sua morte improvvisa il 22 dicembre.

Suor Germana

Non solo spettacolo. Il 20 settembre se n’è andata Rossana Rossanda. Giornalista, scrittrice, traduttrice, politica, co-fondatrice de Il Manifesto, intellettuale, e il 7 dicembre Lidia Menapace, partigiana, politica, saggista, femminista, pacifista. Mancano entrambe. E mancheranno nel 2021. Ne contiamo 12. Arriviamo a 13?

Allora, perché no?, Suor Germana, scomparsa il 7 marzo. Religiosa scrisse molti libri di cucina. In fondo, anticipò una moda anche lei.

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