Sanremo, zero donnismo

Alla fine vince Diodato. Francesco Gabbani secondo, i Pinguini Tattici Nucleari terzi. Un podio al maschile. Comprendiamo che l’esigua percentuale di partecipazione femminile al Festival “venti/venti” abbia reso impervia la scalata ai primi posti, ma nemmeno una Tosca, una Elodie o al limite una Levante a rappresentare una certa qual “quota rosa”? Ieri avevamo azzardato il nome di Elodie. Ci siamo sbagliate.

Ma molto abbiamo sbagliato, noi di Noialtre, in questa edizione. A cominciare dal pronostico che questo Sanremo sarebbe stato un flop. “Ma come si può con tutte quelle gaffes sessiste? Un sacco di gente lo boicotterà, noi comprese”. Invece uno share del 60% abbondante nella finalissima non lo si vedeva dal 1999. E a contribuire al successo c’eravamo noi di Noialtre che non ci siamo perse una serata.

Ci è capitato anche di pensare: “Stai a vedere che Amadeus prima o poi sbrocca. Magari a metà del cammin. Seconda, terza puntata”. Niente. Manco per scherzo. C’era sempre lì Fiorello pronto a riportarlo a galla.

Infine, il podio. Dicevamo: “Visto che se la sono tanto menata col festival delle donne, vedrai che fanno vincere una donna”. S’è visto com’è andata a finire. Un passo indietro più lungo di quello di Francesca Sofia Novello.

In un festival invaso da “-ismi”, l’unico “-ismo” che non ha trovato spazio è stato il “donnismo”.

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