Il calcio? E pur (qualcosa) si muove
E pur si muove. Anche il calcio. O meglio: una parte. Un lato. Metà campo. Perché parallelamente alle solite, noiosissime diatribe tra una gaffe più o meno voluta e quell’altra, qui si fa, in un certo senso, la storia. Due nomi, ieri, rimbalzavano tra le notizie calcistiche: Sara Gama, calciatrice della Juventus e della nazionale italiana, capitana di entrambe, e Stephanie Frappart, arbitra (dai, su, cominciamo a toglierci questo vizio di dire arbitro donna). Sara Gama è stata appena eletta vicepresidente AIC (Associazione Italiana Calciatori), va ad affiancare il neopresidente Umberto Calcagno e una cosa del genere – e si sottolinei genere – non era mai accaduta. Quando mai una donna, per giunta ancora in attività, giovane (ha 31 anni), ha ricoperto un ruolo di vertice all’Assocalciatori? Oltretutto i temi al centro del prossimo quadriennio – sostenibilità, solidarietà, trasparenza e programmazione – sono niente male e speriamo non si trasformino in parole al vento.
Non era mai accaduto nemmeno che una donna arbitrasse una partita di Champions League. Avverrà domani. C’è ancora la Juventus (maschile) di mezzo, che se la vedrà con la Dinamo Kiev, e Frappart sarà il “fischietto”. La direttrice di gara, francese, 37 anni, è stata anche la prima donna ad arbitrare in un campionato francese, la finale di Supercoppa europea nel 2019 e sempre nello scorso anno ha esordito in Europa League. Insomma, straccia i record. A questo punto non sarebbe un miraggio vederla in campo in una partita del prossimo mondiale (maschile). Sogniamo troppo? Vedremo. Intanto i muri cadono.
Certo, l’altro calcio è duro a morire. Basti dire di questi giorni, con le gaffes (eufemismo) a distanza intorno a Maradona tra Antonio Cabrini – “Se Diego avesse giocato con la Juventus avrebbe vinto di più e sarebbe ancora vivo” – e Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli – “Se Pessotto fosse stato del Napoli non avrebbe tentato il suicidio” – che con ogni probabilità entro breve saranno superati da altri capolavori (Suggerimenti? “Se Francesco Totti fosse stato della Lazio non avrebbe mai sposato Ilary Blasi”. O magari “Se Zidane avesse giocato con il Napoli, alla finale dei Mondiali del 2006 a Materazzi avrebbe dato due babà anziché una testata”, e via dicendo). È il calcio maschile? Non tutto.
Perché ci sono anche persone come Claudio Marchisio. Pochi giorni fa ha scritto sul suo profilo Instagram un post in difesa della maestra d’asilo di Torino: “Fare sesso non è un reato, neanche per le maestre. Lei è innocente. Lui criminale, oltreché stronzo. Discorso chiuso”. In foto, lui e la moglie Roberta Sinopoli e l’hashtag #revengeporn. Discorso chiuso. Anzi no. Riapriamolo. Dell’ex centrocampista della Juventus (e vabbè, ancora Juve) il 15 ottobre è uscito un libro, “Il mio terzo tempo” (Chiarelettere). Sottotitolo esplicativo: “Nel calcio e nella vita valgono le stesse regole”. Sport al centro, ma con le antenne aperte su ciò che succede fuori. Molto più di un’autobiografia.
E intanto, oggi Sara Gama e compagne, guidate da Milena Bertolini, giocano un delicato match contro la fortissima Danimarca, valido per le qualificazioni ai prossimi Campionati Europei del 2022. Diretta su Rai Due alle 17.15. Quando mai “prima” c’era la diretta Rai? Anche questo è un altro muro picconato e caduto. Quanto alla partita, serve un punto. Almeno uno. Forza Azzurre.