Lo sport è bello, ma i trofei non sono tutti uguali

Dunque, tutt’intorno si sente parlare di Europei. Sottinteso di calcio, sottinteso maschili. Sottinteso Viva l’Italia. Noi di Noialtre, lo ribadiamo, abbiamo manifestato accese simpatie per la Germania e la fascetta rainbow da capitano sul braccio di Neuer, e l’Allianz Arena in rainbow, e il sindaco di Monaco Dieter Reiter che alla «vergognosa» (testuale) Uefa ha reagito annunciando di colorare i palazzi cittadini dei colori arcobaleno. Si dà però il caso che sia stata eliminata dall’Inghilterra, e siccome siamo certe che qualcosa di buono lo si trova ovunque, essere buttati fuori da una squadra allenata da Gareth Southgate non è poi male.

Perché a noi di Noialtre un tipo come Gareth Southgate, ct inglese, non dispiace. Si dice che potrebbe entrare nella storia del calcio inglese perché ha buone chances per aggiudicarsi un torneo che non ha mai vinto. Bene. Per noi di Noialtre ci fa già simpatia perché non si è mosso di un centimetro sul tema dei diritti. Dopo i fischi dei tifosi riguardo alla posizione dell’England Football Team sul Black Lives Matter, il discorso di Southgate e squadra è stato chiaro fin dalla vigilia di questo torneo. «L’Inghilterra di oggi – si legge nella lettera – è un Paese diverso da quello dei nostri Padri. Il sistema dei valori deve adeguarsi alla realtà». Se è riuscito ad azzittire persino l’ex leader Brexit Party Farage che gli aveva dato del marxista, deve essere un tipo che sa il fatto suo.

Della Danimarca abbiamo (e facciamo) il tifo per il suo essere squadra dopo il trauma legato a Christian Ericksen. Squadra vera. Composta. Umana. Unita, dal ct Hjulmand al capitano Simon Kjær. E il Pallone d’Oro per noi è già suo.

Poi ci siamo noi. Noi e la Spagna. Noi e la vigilia con la Spagna. Noi che oggi ce l’abbiamo con l’arbitro designato ai quarti di domani contro le Furie Rosse. È scarso, quel Felix Brych, dicono. Gli infallibili dei calendari ci ricordano che arbitrò Italia – Spagna nel 2016 e fu un disastro.

Intanto, dopo un po’ sì e un po’ no contro il Galles, dopo il no contro l’Austria, il sì contro il Belgio, ci inginocchieremo? Libertà di scelta, dice l’ultimo comunicato.

Ancora qualche giorno e si volterà pagina. Arriveranno le Olimpiadi. Tiferemo ancora campioni e campionesse. Per fortuna c’è lo sport di base. Anche se. Lo avrete saputo, no? Cioè, da quando in qua in tornei come quello ciclistico dell’altro giorno a Sant’Eufemia di Borgoricco (Padova), alle vincitrici della categoria femminile si è dato in premio mocio (per prime e seconde classificate), asse da stiro (dalla terza alla quinta) e uno stendino dalla sesta alla decima? Roba da sperare di arrivare tra le ultime. E per gli uomini? Attrezzature sportive e birre.

Un mistero, per noi, grosso modo come quello che recita «il razzismo si combatte in altri modi». Detto con una birra in mano.

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