È stato un anno
È stato un anno strano.
È stato un anno che non ci si crede.
È stato un anno in cui si parlava del paziente zero, del paziente uno, ma cosa saranno mai.
È stato un anno di “non si starà esagerando? È poco più di un’influenza”.
È stato un anno di “dai, poi dalla Cina a qua, che rischio c’è?”.
È stato un anno di “mi sa che ci sbagliavamo, non è poco più di un’influenza”.
È stato un anno di quarantene.
È stato un anno di lockdown.
È stato un anno di balconi.
È stato un anno di corsette sotto casa.
È stato un anno in cui si doveva salvare l’estate e poi il Natale.
È stato un anno in cui un giorno sfilavano carri con le bare in fila e non ce lo scorderemo più, quel 18 marzo.
È stato un anno di abbracci negati.
È stato un anno di perdite di persone care. Scomparse senza un saluto.
È stato un anno triste.
È stato un anno di “grandi viaggi” secondo Paolo Fox.
È stato un anno di congiunti (e all’inizio ci si chiedeva anche chi fossero mai questi congiunti).
È stato un anno di banchi con le rotelle.
È stato un anno di didattica a distanza.
È stato un anno in cui “i bambini sono quelli che soffrono di più”.
È stato un anno in cui “gli anziani sono i più vulnerabili”.
È stato un anno in cui la violenza domestica sulle donne è aumentata.
È stato un anno in cui le donne hanno perso il lavoro più degli uomini.
È stato un anno in streaming.
È stato un anno di cultura e arte negate.
È stato un anno di lievito di birra introvabile.
È stato un anno di pizze e pane fai da te.
È stato un anno “nonostante tutto”.
È stato un anno che “per fortuna la salute ci ha assistito”.
È stato un anno in cui non è andato tutto bene ma “poteva andare peggio”.
È stato un anno in cui qualcuno diceva “ne usciremo migliori” (e adesso non lo dice più nessuno).
È stato un anno in cui “almeno Biden ha vinto le elezioni”.
È stato un anno di introspezioni.
È stato un anno in cui come se non bastasse ci sono anche i negazionisti e i no vax.
È stato un anno in cui “ci mancava il terremoto”.
È stato l’anno di Dante, ma solo per quelli che volevano arrivare primi, perché sarebbe il prossimo anno.
È stato l’anno di Gianni Rodari.
È stato l’anno di Nilde Iotti.
È stato l’anno di Franca Valeri.
È stato l’anno di Lidia Menapace.
È stato anche l’anno di Teresa Noce, noi di Noialtre eravamo pronte a celebrarlo, siamo state fermate, ma recupereremo.
È stato un anno a zone.
È stato un anno di “dipende da”.
È stato un anno “come stai? Bene, compatibilmente con”.
È stato un anno diverso. Tutti gli anni lo sono, ma questo, ne converrete, di più.
È stato un anno disperato.
È stato un anno di speranza.
È stato un anno da dimenticare.
È stato un anno da non dimenticare.
È stato un anno.
Tra qualche ora arriverà il 2021. Noi di Noialtre ne avremo delle belle. Perché questo è stato un anno che, costringendoci più a casa, ci ha permesso anche di riflettere sul futuro.
E allora, buon futuro a tutte, tutti, tuttu.