Chiedere scusa non è un obbligo, però…

C’è un momento nella conferenza stampa di Stefano Pioli nel post partita del derby Inter-Milan di sabato scorso che mi ha fatto pensare. Premessa: ho mezzo cuore milanista (l’altra metà è rossoblù: diciamo che il rosso mi facilita le cose), ma per un attimo provo a prendere le distanze. Mi metto dalla parte di chi si trova davanti al video e si aspetta che l’allenatore, dopo aver straperso una partita – non una partita qualsiasi, ma un derby – per 5-1 sia un tantino disponibile a fare mea culpa. A dire quelle cose che si dicono di solito anche un po’ per formalità, tipo «sono io il responsabile della catastrofe», come fanno tutti gli allenatori quando perdono anche meno miseramente. Invece no. Invece fa l’offeso. Invece rincara.

L’apice della conferenza giunge quando un giornalista Rai pone una domanda. Gli chiede quello che mi aspetto si chiedesse in questi casi: «Non è una di quelle serate in cui bisognerebbe chiedere scusa ai tifosi?». E lui, con lo sguardo che dire fastidiato è poco, risponde così: «Io non sono tanto d’accordo con queste cose qua». E rilancia: «Secondo te abbiamo fatto apposta? Secondo te volevamo perdere il derby? Secondo te volevamo prendere 5 gol dall’Inter?». Dice che sì, il dispiacere c’è, ma, sentite qua che affondo: «Devi chiedere scusa quando non vuoi volutamente fare una cosa. Noi abbiamo provato a fare tutta la partita che dovevamo fare». Punto. Il poveretto prova a replicare. Abbozza un «possiamo voltarci e guardare un attimo…». Placcato. «Ok, voltati tu e guarda quello che vuoi». E insomma, il senso è che ok, si è perso di brutto, per 5 derby di seguito poi, stavolta con 5 gol subiti, ma l’approccio alla partita è stato buono e suvvia, domani è un altro giorno.

L’episodio mi ha fatto pensare soprattutto a come dovrebbe e non dovrebbe essere lo sport. E mi sono ricordata di un altro episodio. Mi sono ricordata i 5000 metri piani di Nadia Battocletti agli ultimi Campionati Mondiali di atletica leggera di Budapest. Mezzofondista, campionessa europea under 23 nel 2021 della specialità, di cui detiene il record nazionale come anche dei 5km e 10km su strada e dei 3000 metri piani indoor, Nadia Battocletti a soli 23 anni ha anche vinto 4 medaglie d’oro dei Campionati Europei di Cross. Mica poco.

 Il 23 agosto dunque, dopo essersi qualificata brillantemente per la finale a Budapest, termina la gara con un risultato al di sotto delle aspettative. Dopo il terzo chilometro perde via via terreno. Si stacca dal gruppo. Sull’ultimo chilometro il distacco si fa incolmabile e termina 16esima. La trionfatrice è la keniana Faith Kipyegon che con il suo 14:53.88 prende quasi un minuto all’atleta trentina. Un’eternità. Battocletti si butta a terra. È sfinita. È delusa. È arrabbiata. Ma nonostante ciò, nell’intervista post gara, pronuncia le seguenti parole che qualcuno dovrebbe tenere impresso nella mente: «Chiedo scusa a tutti, non so cosa mi sia accaduto, era la gara che volevo, ero pronta, concentrata, ero davanti e all’esterno per non prendere colpi o rischiare di cadere. Terminare le gare in grande volata mi piace, ero pronta a giocarmi le mie carte per un gran piazzamento. Non so davvero cosa mi sia accaduto. Chiedo scusa». Nulla da aggiungere. Solo che il 2024 per l’atletica leggera sarà un anno cruciale tra i Campionati Europei a Roma e le Olimpiadi di Parigi. E allora forza Nadia.

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