Se ImmuniApp è sessista già dal nome

Dovevamo prevederlo, invece ci sorprendiamo. La app “Immuni” è maschilista. È sessista. L’immagine parla più delle parole. Lei accudisce il bimbo, lui lavora al computer. Notare poi: lei, vestita di rosa, corpo informe (ha sgarrato in quarantena?), lui, ovviamente in blu, sfondo blu, aria concentrata, fisico nella norma. Sulla nuova app pensata per tracciare il rischio del contagio ci si è chiesti molto sulla sua utilità. Funziona? Non funziona? È una minaccia? Serve? Non serve? Ci schedano? Ieri le prime impressioni sono state complessivamente positive sul grado di efficienza di ImmuniApp in questa fase. Finora due elementi sono sicuri. Uno riguarda il gradimento, tra i download in continuo aumento (oltre 500 mila l’hanno già scaricata nelle prime 24 ore) e le recensioni con tante stelline (4 su 5 la media). L’altro, molto meno edificante, è sugli stereotipi di genere duri a morire.

Eppure, dicevamo, dovevamo prevederlo. Non per pregiudizi di sorta, ma già alla trovata del nome. Immuni: maschile plurale. Eppure sarebbe stato sufficiente optare per la scelta dell’aggettivo in questione al singolare. “Immune” sta per “lui è immune” e “lei è immune”. Ma pensarlo evidentemente era troppo. Ora, si sa, l’informatica è terreno prevalentemente maschile, e la ministra Fabiana Dadone ha ammesso che “non tutto è perfetto ma gli sforzi sono grandi”. Però, invitiamo la Pubblica Istruzione a fare qualche sforzo anche su questo fronte. Sotto alle due immagini, che peraltro sono di una tristezza impareggiabile anche dal punto di vista della realizzazione, si legge “Rallentiamo insieme l’epidemia”. Si dovrebbe invece velocizzare la scomparsa di messaggi come questo, che ci riporta indietro di decenni e decenni.

Qualcuno dirà: “Di fronte ai problemi che abbiamo state a pensare a questo?”. La risposta è sì. Se anche in un tweet ieri sera lo condannava anche Enrico Letta – “La #donna col bambino e l’ #uomo col computer. L’immagine dell’ #ImmuniApp. Non credo ci sia da aggiungere nessun commento. Purtroppo” – evidentemente il problema tanto marginale non è.

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