Gli 80 anni di Joan Baez, la ragazza che si è accorta di avere una certa età

Per Joan Baez era probabilmente tutto previsto. Per Joan Baez l’assalto al Congresso USA non ha colto tutti alla sprovvista. Già quasi cinque anni fa, imbraccia la chitarra e dedica “Nasty Man” a Donald Trump. Non arriva a definirlo un imbecille come fa Bruce Springsteen, ma «futuro dittatore», quando non «fascista», e forse è anche peggio. Ha 75 anni, la cantautrice e attivista statunitense. Oggi invece di anni ne compie 80. Sembra non li festeggi in musica, ma con la sua passione più recente, la pittura.

Joan Baez in un’immagine recente

Due anni fa pubblica un album, “Whistle Down The Wild”, dice che è l’ultimo, dice che d’ora in avanti si sarebbe dedicata alle tele. Linguaggi diversi, stesso messaggio: dare un contributo perché questo mondo sia un posto migliore. Infatti alcuni dei personaggi ritratti sono Kamala Harris, la vicepresidente eletta, l’epidemiologo Anthony Fauci, l’attivista contro il climate change Greta Thunberg. «Se fossi una teenager – rivela qualche giorno fa – mi ispirerei a Fauci e Greta». Non è una teenager ma ci viene facile pensare che in qualche modo si ispiri comunque a loro.

Stacey Abrams vista da Baez

Musica, arte, attivismo marciano (pacificamente, s’intende) sempre insieme per lei. Pochi giorni fa mette in vendita stampe in edizione limitata del ritratto che ha dipinto e dedicato alla politica e attivista Stacey Abrams: “Georgia on My Mind”. Un altro segno di sé per ribadire da che parte sta. E in questo caso sta con Fair Fight, l’organizzazione della stessa Abrams nata per promuovere il diritto di voto, elezioni eque e incoraggiare alla partecipazione. L’occasione? Neanche a dirlo: i ballottaggi in Georgia. Un gesto accompagnato da parole che definire profetiche è poco: «Non importa quale sarà il risultato, dopo martedì il lavoro non sarà finito». Si è visto, purtroppo.

Tornando alla sua ultima passione, chiunque può vedere la mostra virtuale della cantautrice. S’intitola “Mischief Makers 2” e tra gli altri si notano Patty Smith, Michael Moore, Colin Kaepernik. Che Joan Baez non canti più è vero fino a un certo punto. Nel primo lockdown manda video con messaggi di speranza al pianeta. Lei, la sua voce inconfondibile e la chitarra. Lo fa anche per l’Italia, elogia i balconi «fonte d’ispirazione per tutto il mondo» e attacca con “Un mondo d’amore”. Talmente virale che il giorno dopo tutta l’Italia cerca Gianni Morandi. Lui, felicissimo. E via coi ricordi. Il resto è una storia che un’altra simile non la si trova.

Con Bob Dylan

Ha solo 16 anni quando compie il primo atto di disobbedienza: si rifiuta di lasciare la sua classe a Palo Alto per una simulazione di evacuazione in attacco aereo perché la ritiene un atto di propaganda governativa. E poi le marce per i diritti civili, per la comunità Lgbt, contro la guerra in Vietnam, in Iraq, e poi i sit-in pacifisti (con arresti), le battaglie contro la pena di morte, e la sua voce che già si afferma a fine anni Cinquanta sulla scena folk newyorchese, al Newport Festival, e poi Bob Dylan (è lei che lo fa conoscere al pubblico), “Blowin in the wind”, “We Shall Overcome”, Martin Luther King, e poi Woodstock, e poi Nelson Mandela…

Proprio oggi esce per Bietti “E una voce per cantare”, nuova edizione della sua autobiografia, con la prefazione di Lidia Ravera e la postfazione di Massimiliano Scuriatti. Due anni fa in un’intervista al Messaggero Joan Baez si lascia sfuggire un «Ops, mi sono accorta di avere una certa età». A noi mica sembra. Buon compleanno, ragazza.

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