La marcia trionfale del colore azzurro

Hanno iniziato a crederci fin dal primo momento. Il cammino è stato lungo, le difficoltà non sono mancate, come i momenti di sofferenza. È inevitabile. Perché non basta il bel gioco, non basta creare una squadra unita, non bastano nemmeno il talento, la classe, la buona o l’ottima tecnica. Non basta mandare a segno la palla, arrivare prima dell’avversariə. Ci vuole quel quid in più. E la nostra squadra lo ha dimostrato nella sua cavalcata a suo modo perfetta. Di sicuro, trionfale. Una marcia trionfale.

Ci sono state partite facili e partite meno facili. Tra queste, sicuramente, la finale, contro una squadra tosta e motivatissima. E dire che all’inizio le cose si erano messe male. Malissimo. Una vera doccia fredda. Però, dopo una partita giocata a lungo sul filo dell’equilibrio, è arrivato il ribaltamento. La riposta azzurra non si è fatta attendere. E ora è meritatamente sul tetto d’Europa. Un successo netto. Seppure sofferto. Per questo, forse, più bello da festeggiare. Un cammino, quello azzurro, caratterizzato da una crescita di livello costante. E adesso la nostra Nazionale può davvero dare fastidio anche alle più blasonate squadre extraeuropee.

Lo vedremo per cominciare alle Olimpiadi di Tokio. E presto ai Campionati Mondiali, tra due anni.

Pensavate al calcio? A Berrettini? Macché. Qui si parla della Nazionale di Softball. Baseball femminile, per capirci. Non lo sapevate? Per forza, è accaduto otto giorni fa, ma la notizia è sfuggita a tantə.

Ma noi di Noialtre siamo inclusive. L’abbraccio tra Mancini e Vialli ha commosso anche noi e siamo convinte che se gli azzurri fossero arrivati secondi, non si sarebbero strappati via le medaglie al collo un nanosecondo dopo. Quindi, benvenute tutte le sfumature dell’azzurro (ma per favore, non chiamiamo più “rosa” le atlete).

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