“D.P.C.M. Vaticano”, il Papa apre alle donne

È di oggi la notizia che Papa Francesco, oltre ad essere coinvolto da Vanity Fair (dove ha avuto anche la copertina) e dalla Gazzetta dello Sport, ha decretato con un Motu Proprio “Spiritus Domini” l’accesso al lettorato e all’accolitato per il genere femminile.

Il Motu Proprio “Spiritus Domini” è una sorta di decreto legge – che non ha bisogno di essere convertito entro 60 giorni – un po’ come se fosse un D.P.C.M. vaticano che senza possibilità di replica apre alle donne la possibilità di eseguire alcune funzioni sull’altare.

In cosa consiste questa novità? Le donne possono leggere il Vangelo, e possono finalmente essere chierichette. Sì, in alcune parrocchie questa seconda cosa già succedeva. Alcune ragazze, particolarmente vicine all’attività parrocchiale, potevano farne richiesta e qualche parroco particolarmente illuminato poteva concederlo. Ma al di là delle chiacchiere di paese, per cui automaticamente quella bambina era strana perché voleva fare l’uomo, alcuni preti non lo concedevano sancendo fin dall’età di 9/10 anni una pesante differenza di genere da cui molte di noi sono passate.

Il passo avanti fatto da Papa Francesco è una mossa epocale. Per la prima volta la Chiesa apre in maniera significativa alle donne. E anche se molti/e stanno questionando perché comunque il sacerdozio è vietato, bisogna riconoscere che rispetto alla riforma gregoriana (XI secolo) e al più recente Papa Paolo VI (fatto Santo) segna un punto di svolta. Nel 1972 infatti indicò, in maniera ufficiale, di mantenere queste due facoltà riservate al genere maschile poiché propedeutiche al sacerdozio.

E quindi, nell’anno in cui Biden promette un governo al 50 e 50 (forse anche un qualcosa in più con Sarah McBride, prima senatrice transgender negli U.S.A.) anche Papa Francesco fa la sua mossa. Il sacerdozio rimane vietato, vero, ma questo deriva da un dogma (in quanto tale imprescindibile) per cui, secondo la religione cristiana cattolica Dio, nella fattispecie Cristo, diede questo potere ai discepoli (tutti uomini). Nulla su cui il Papa possa deliberare diversamente.

La questione del sacerdozio è sempre stata molto dibattuta, e solo uno studio in ottica di genere sui testi sacri potrebbe dirimere la questione. Una cosa però non l’ho mai capita, se i sacramenti sono 7 e per essere un buon cristiano l’essere umano deve acquisirne il maggior numero, come si fa con il fatto che sacerdozio e matrimonio siano due sacramenti distinti? Se la volontà divina fosse quella di lasciarli separati, avrebbe dovuto essere un unico sacramento in cui scegliere tra matrimonio o sacerdozio. Invece no. Questa e altre domande avrei voluto porgere quando da piccola frequentavo la parrocchia. Ma non si potevano fare troppe domande, per di più se donna. Io ho sofferto per non poter essere chierichetta e non poter fare come i maschi della mia età. Erano gli inizi degli anni 2000, certamente non Medioevo.

È innegabile che qualcosa stia cambiando.

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