Se un venerdì sera il video di Gianna Nannini ti salva dalla noia televisiva

Stai a casa (e dove vuoi stare?), è venerdì sera, sei stanca, la settimana è stata lunga e ancora non è finita, in tv danno un programma musicale polpettone con tanti big. Si chiama La musica che gira intorno. «Un programma che racconta la musica come colonna sonora della nostra vita». La presentano così. E via andare. Nemmeno ti giri più a guardare chi c’è. Il vocione di Fiorella Mannoia, le parole di Fiorella Mannoia, gli ospiti di Fiorella Mannoia. E tutti grandi. Tutti a duettare. Tutti carini. Vuoi non fare il medley? «Io che non vivo più di un’ora senza te, come posso stare una vita senza te?» Intanto il mondo non si è fermato mai un momento e c’è sempre gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. «Canzoni immortali». Chi dice il contrario? Belle, bellissime. Ma abbiamo davvero voglia di autocelebrazioni continue di chi oggi le canta e le ricanta? Ci fate caso che c’è gente che non manca mai?

Invece a me oggi in fatto di musica leggera (lasciamo stare il rock) ha colpito la polemica su quello che hanno chiamato il «filmato choc» di Gianna Nannini. La canzone del videoclip è L’aria sta finendo, è uscita un mese fa ma i sindacati di Polizia pare se ne siano accorti adesso. Le sigle sono Coisp, Es e Fsp. La prima parla di immagini «inaccettabili, ingiuriose e istigano all’odio sociale», la seconda che «Gianna Nannini farebbe bene a scusarsi subito con i poliziotti italiani» perché l’animazione specie ai giovani «offre una rappresentazione offensiva dei servitori dello Stato, raffigurati come maiali intenti a picchiare selvaggiamente inermi persone di colore mentre sono a terra». Il terzo chiede anche a Nannini di «ritrovare lucidità» e di «scusarsi con centinaia di migliaia di persone che si guadagnano quattro spiccioli onestamente rischiando la vita ogni giorno per la sicurezza sua e di tutti».

Nannini replica ma non si scusa. Dice che è incredibile che «una canzone d’amore come L’aria sta finendo scateni tutto questo odio». Che la musica ha i suoi messaggi, come i video. Che l’arte è «uno stato indipendente». E che nessuno, «me per prima», vuole offendere la polizia e chi rischia ogni giorno la vita, però, aggiunge, «nemmeno vogliamo che un altro essere umano abusi del proprio potere». E cita gli episodi. Come il caso di George Floyd negli USA. E se lo guardiamo, quel video, la mente va a quello. E se i volti sono suini e non umani, «è proprio per evidenziare forme di potere degenerate e non umane». Quindi, «love and peace sempre. Gianna» e tanti saluti.

Non seguo Gianna Nannini da parecchio. Diciamo che quell’aria da «io so’ io e voi…» ha finito con il darmi sui nervi. L’ho seguita, sono stata anche sua fan per un periodo, più per il senso di libertà che mi trasmetteva quando ero ragazzina che per altro. Ma in questo caso, in questo video in animazione rotoscope (con le figure animate che appaiono realistiche) di Luca Lumaca, il messaggio va oltre. Insomma, manca l’aria anche per lo spreco delle risorse, perché siamo diventati insensibili a chi ci cammina vicino, perché ci siamo creati dei muri dentro la testa che uscirne è un’impresa. Viviamo bevendo drink sull’orlo di rifiuti tossici e ce la ridiamo inconsapevoli. Sì, l’aria sta finendo. Ma «io non ci sto più a fare del mio cuore un meccanismo tossico». È provocatorio? Sì. E alcune immagini possono risultare disturbanti. Inutile dire che sui social si sono scatenati quasi tutti commenti negativi. Però è anche vero quel post che dice (con le dovute proporzioni del caso): «Sarebbe come se il sindacato insegnanti a suo tempo si fosse indignato per il video animato di Another Brick in the Wall».

In ogni caso, grazie Gianna, se non altro mi hai salvato dalla noia di polpettoni musicali con i soliti noti.

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