LinkedOut, reazioni al Covid19

Direi che la settimana è stata piena di eventi significativi. In questo tempo in cui tutto sembrava sospeso e in cui tutti/e noi sembravamo in attesa di qualcosa, le cose iniziano a succedere. Andiamo con ordine.

L’ultimo DPCM è entrato in vigore proprio oggi. L’Italia è suddivisa in colori, ormai siamo abituati/e a questo arcobaleno permanente. L’unica novità: si aggiunge la zona bianca dove i musei possono aprire. Nessuna regione è bianca, qualcuna gialla e anche lì i musei possono aprire ma solo nei giorni feriali. Vantaggio o svantaggio? Non saprei. Il rischio è che i costi di apertura superino gli incassi visto che nell’ottica in cui siamo ora, in cui si vive solo per lavorare, gli spazi culturali e ricreativi avranno bisogno di tempo per tornare ad essere parte della nostra quotidianità. Io ci andrei subito, ma lavoro fino alle 18. E poi scatta la chiusura.

In questa settimana le conseguenze del Covid si sono fatte sempre più pesanti. Ha fatto notizia la morte di Adriano Urso, il jazzista rider che ha perso la vita. Lo hanno fatto meno, tutti i rider incidentati, se non morti, durante questa pandemia in cui con le loro consegne a domicilio hanno procurato almeno un pasto a tutti/e noi.

Ha fatto notizia, con delle ripercussioni su cosa accadrà all’interno delle regioni da lunedì, anche il ricorso al TAR, prima della Lombardia, poi dell’Emilia Romagna. Class Action di genitori hanno chiesto il rientro per il 18, pare, ottenendolo. Pare, perché le cose si modificano ogni ora, e da qui a lunedì ancora molte cose potrebbero cambiare. E’ di ieri sera la notizia di un tentativo anche da parte del Friuli Venezia Giulia.

Altre class action si stanno preparando. Una è quella di Baristi/e e Ristoratori/Ristoratrici che hanno deciso di lanciare l’iniziativa #ioapro. Hanno deciso cioè di aprire i loro spazi in orari vietati, accogliendo le persone in presenza. L’adesione non è stata altissima ma in alcune città ha fatto notizia con la conseguente sanzione per gli aderenti. È il caso di Milano, Pesaro, Bologna, Firenze, Vo’, e tante altre città.

Poi c’è il caso Lombardia. Regione in zona rossa, per l’ennesima volta. Fontana vuole fare ricorso, così come il presidente alto atesino Arno Kompatscher (anche l’Alto Adige è zona rossa). Ma in regione Lombardia non tutti ci stanno. Bergamo aderisce, Brescia si dissocia. Kompatscher sostiene che l’Alto Adige paghi il prezzo di fare molti più tamponi e avere quindi molti più positivi.

Insomma, un gran casino. Il popolo si sta ribellando, i governatori si stanno ribellando, per non parlare della crisi di governo e delle dimissioni delle due ministre Bellanova e Bonetti. Non parliamone.

Il risultato è una grande tristezza e insoddisfazione sociale. LinkedIn è silente, non ci sono quasi più annunci di lavoro, le persone cercano di non parlare di Covid – non riuscendoci – e c’è chi si lamenta per la tristezza che circola sul social in questi giorni. E’ triste, vero, come si fa a non esserlo?

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