«Gianna Nannini si scusa da Mara Venier». Ma il suo intervento ha tutto un altro sapore

Ma Gianna Nannini si è scusata o no per il video de L’aria sta finendo che raffigura poliziotti con le facce da maiali? No, perché tra millemila testate che oggi titolano che si scusa, come con la moviola per capire se c’è un calcio di rigore, la curiosità mi ha fatto andare su Raiplay e vedermi quei 5 minuti scarsi di Domenica In. Il salotto d’Italia dove Nannini avrebbe detto di scusarsi.

Dopo centomila ospiti, collegati e in studio, dopo Lapo biondo platino e t-shirt che prova a baciare Mara e lei è terrorizzata e lo sgrida (scena cult!), dopo tutti insomma, Venier chiama la cantante, in collegamento da casa sua. Lei più che chiedere scusa vuole dire la sua, si vede benissimo. Così, dopo il preambolo venieristico – «C’è una grossa polemica, me ne dispiaccio, conosco Gianna, è un incidente di percorso» eccetera – e il video che scorre sulla parte incriminata, Nannini si dice innanzi tutto «meravigliata per un video uscito un mese e mezzo fa che abbia creato adesso questo putiferio», ribadisce che né lei né il regista Luca Lumaca avevano intenzione di offendere le forze dell’ordine e le divise che rappresentano, e che il lavoro andrebbe visto nel suo insieme, perché «condanna la violenza, gli abusi di potere di tutti i tipi. E ci sono le eccezioni». Vorrebbe dire un’altra cosa «ma non la dico». Però, insomma, le allegorie sui maiali «non le abbiamo inventate noi». Cita Orwell, La fattoria degli animali, cita Arancia Meccanica. Ci si riferisce a fatti reali, come al caso di George Floyd. «Questo video parla d’amore, vuole combattere gli abusi di potere, l’inquinamento. Io canto canzoni d’amore, ma questo amore ce lo ammazzano». Ha anche amici che fanno i poliziotti, precisa, «li conosco e gli voglio bene».

Venier arriccia il naso come a chiedere «quando ti scusi?». Poi lo chiede davvero. «Però, Gianna, se qualcuno si è sentito offeso, discriminato, si chiede scusa». E qui magicamente sparisce l’audio, ma a occhio e croce si intuisce che Gianna stia replicando qualcosa come non ho niente di cui scusarmi, visto che quando di nuovo si risente la voce si riesce a carpire «perché non ho fatto niente di intenzionale». E poi, «comunque mi scus…, mi dispiace veramente che sia stato travisato». Applausi. E Venier che riperde l’audio. Neanche fosse collegata da un’auto sotto un tunnel.

«Gianna, ti aspetto domenica?».

«Vedete il video interamente».

«Lo vediamo insieme domenica prossima?»

«Ci vediamo appena posso».

E ora che le sue scuse (estorte) sono state accettate da al Sindacato autonomo di polizia, Stefano Paoloni, segretario generale, chiede che il video si modifichi. Aspettiamo la prossima mossa.

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