109 dall’inizio dell’anno

Questo è il numero delle donne uccise dagli uomini,
quest’anno fino ad oggi, in Italia, è il numero che fa più rumore, ma la violenza fa parte della vita di tutte le donne e di tutt3. La violenza è strutturale e si nasce, si cresce, si impara, si studia, si lavora o non lavora, all’interno di un sistema perpetrato attraverso l’educazione e la cultura. Dalla culla alla tomba, come recitava un vecchio slogan del sistema di welfare costruito dalle socialdemocrazie nord europee.

Siamo nella settimana in cui escono i numeri, i dati, le informazioni sulle urgenze e i vuoti legislativi, importanti per capire, che illuminano per alcuni giorni la realtà quotidiana, che viviamo in Italia, fatta di violenze e mancati interventi o perdute occasioni di intervenire seriamente e concretamente per cambiare le cose. Facciamo alcuni esempi.

Sulle dichiarazioni inaspettate, ovviamente non da chi quotidianamente lavora contro la violenza maschile e di genere

il 40% di uomini pensa che non sia violenza schiaffeggiare la partner, se ha flirtato con qualcun altro, così la pensa anche il 20% delle donne

Secondo un’indagine di AstraRicerche (presentata al Senato il 23 novembre)

 Un italiano su quattro pensa che non sia una forma di violenza ‘commentare un abuso fisico subito da una donna affermando che è meno grave perché gli atteggiamenti di lei, il suo abbigliamento o aspetto comunicavano che era disponibile’

Secondo un’indagine di AstraRicerche (presentata al Senato il 23 novembre)

Sugli interventi mancati, o che si prevedono già fortemente insufficienti se non inesistenti. 

Il piano triennale anti-violenza istituzionale è scaduto nel 2020 e non viene ancora rinnovato.  Il reddito di libertà per le donne che fuoriescono dalla violenza riassume una politica ipocrita: 400 euro al mese per 12 mesi che non possono garantire autonomia. È una misura razzista perché inaccessibile per le donne migranti irregolari in Italia. Inoltre, i fondi stanziati sono insufficienti perché su oltre 20.000 donne accolte nei CAV ne potrebbero beneficiare solo 625. 

APPELLO 27 NOVEMBRE 2021- NON UNA DI MENO: CORTEO NAZIONALE A ROMA

Al 15 ottobre del 2021, le regioni hanno erogato il 74% dei fondi nazionali antiviolenza dei fondi relativi al 2015/2016, il 71% dei fondi relativi al 2017, il 67% per il 2018, 56% per il 2019, 2% per il 2020.

Secondo il report di ActionAid sul sistema antiviolenza italiano, presentato il 23 novembre

Sugli interventi osteggiati e affossati

Il DDL Zan a sostegno delle persone LGBTIQ+, delle donne e delle persone con disabilità è stato osteggiato e alla fine è stato bloccato definitivamente. I casi di discriminazione e di violenza su persone trans, queer e LGBTQI+ sono in continuo aumento, mentre al Senato si applaude per l’affossamento del Ddl Zan. Uno spettacolo orrido, un ulteriore feroce attacco di violenza istituzionale non approvare una legge contro omo lesbo bi trans fobia, contro il sessismo e contro l’abilismo. C’è urgente bisogno di sostegno e di educazione sessuale, all’affettività e alla differenza di genere nelle scuole. 

Secondo Noialtre

Sugli interventi nel Pnrr a sostegno dell’occupazione delle donne

Tutto funzionerà attraverso un sistema di certificazione di genere che finanzierà le imprese per aumentare la percentuale di donne occupate. Ma è poco chiaro come funzionerà e tutto passerà solo attraverso il finanziamento alle imprese. Occorrerebbe invece potenziare il sistema di welfare perché più donne lavorino. Nel Pnrr è presente un Piano per gli asili nido di 4,6 miliardi di euro che sarà insufficiente perché nel 2018 la presa in carico degli asili era del 14,1%,  con il Pnrr al massimo si raggiungerà la cifra di 228.000 nuovi posti, ovvero non si raggiungerà la cifra del 60% di copertura che richiedono gli standard europei.

(dati estrapolati ed elaborati dalla lettura del Pnrr)

Noi di Noialtre pensiamo che servono interventi forti, incisivi, che lo spazio e le cifre da destinare al sostegno delle donne e delle persone vittime di violenza strutturale, devono essere maggiori. Soprattutto gli interventi devono essere mirati a cambiare la cultura, il pensiero, il sentire comune, l’opinione diffusa. Bisogna decostruire gli stereotipi di genere partendo dall’educazione, sradicare il sistema patriarcale che è alla base e nutrimento della violenza di genere e sulle donne. Pensiamo che questo vada fatto seguendo le indicazioni e valorizzando il lavoro, ormai più che trentennale, svolto dai Centri antiviolenza in Italia. Mettendo al centro la loro esperienza fattiva.
Se oggi della violenza strutturale si parla, è grazie al movimento delle donne e al femminismo che ha tolto dal silenzio e dall’omertà il fenomeno, come ci spiega D.i.Re (un gruppo di 84 organizzazioni sul territorio italiano, che gestiscono oltre 100 Centri antiviolenza e più di 50 Case rifugio, ascoltando ogni anno circa 21mila donne), nei suoi ultimi interventi pubblici.
A Bologna dove siamo nate e abbiamo casa, siamo grate e sosteniamo il lavoro enorme e fondamentale della Casa delle Donne per non subire violenza. Vorremmo essere speranzose, visto l’annuncio dell’altro ieri della vice sindaca Emily Clancy: nel 2022 il Comune di Bologna raddoppierà i fondi per le azioni di contrasto alla violenza sulle donne, e dopo la presentazione della campagna di comunicazione contro la violenza di genere della regione Emilia -Romagna, presentata nei giorni scorsi da Barbara Lori, assessora alle Pari Opportunità. Sappiamo anche che bisognerà partecipare e monitorare.

 
Noi di Noialtre continuiamo a costruire la nostra attività con le nostre idee, progetti e iniziative, ci confrontiamo con le altre realtà femministe. Vogliamo partecipare, contribuire, e controllare le iniziative e i progetti istituzionali.
Siamo oggi pomeriggio nelle piazze italiane per i presidi organizzati a livello territoriale, lanciati dai Centri antiviolenza, saremo a Roma sabato 27, dopodomani, per la grande manifestazione e il corteo nazionale. Invitiamo tutt3 a partecipare. Contribuiamo insieme al cambiamento di cui tutt3 abbiamo bisogno.

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