I giovani non credono nel futuro


Questa mattina noi di Noialtre ci siamo svegliate e come prima cosa abbiamo acceso la radio. “I giovani di oggi non credono nel futuro…”, così iniziava il discorso di un famoso fotografo occasionalmente speaker che interrogava l’esperto in materia generazionale.

“Quando avevo vent’anni, forse anche tu, eravamo tutti arrapati. Il futuro era un arrapamento e si diceva: avrò la fortuna di farmi Brigitte Bardot – continua – oggi vedo tanta rassegnazione”. Il discorso ha immediatamente attirato la mia attenzione. Una volta superato lo shock di aver sentito una parola di questo tipo, arrapato, ho ragionato sui contenuti della conversazione in radio.

La prima riguarda la parola rassegnazione. La rassegnazione è dovuta a un tempo che si concentra nel qui ed ora. Nessuno di noi ha idea di cosa sarà domani perché non riesce a progettarlo. Fino a 30 anni non riesci nemmeno a pagarti l’affitto, come puoi avere fiducia nel futuro?

Dividiamo appartamenti con perfetti estranei. Facciamo lavori che non ci appartengono. Spesso lontano da casa e da tutto. Quando ho iniziato a studiare l’ho fatto perché volevo fare un lavoro preciso che, nel frattempo, è diventato inaccessibile. Ho dovuto reinventarmi… E sicuramente non è più da qui che passa la soddisfazione personale.

Non la chiamerei assenza di interesse per il futuro, ma consapevolezza che esso sia mutevole e che ogni cambiamento comporti la nostra necessità di reinventarci.

Dopodiché c’è un’altra questione di cui sono onestamente stanca, la continua opposizione generazionale che si interroga su quale sia stata la più fortunata. Nessuna generazione ha avuto vita facile perché ognuno di noi ha combattuto con i mostri del proprio tempo. Spesso ci si dimentica che siamo figli di altre generazioni, che siamo tutti collegati, che le nostre storie sono intrecciate e che questa società il futuro lo sta rubando a tutti, non solo ai giovani.

Era una trasmissione radiofonica che voleva affrontare il tema con leggerezza, me ne rendo conto, ma trovo veramente banale continuare a trattare i giovani come coloro che non hanno voglia di affrontare la vita.

Le migliaia di ragazzi in piazza con Greta ne sono la dimostrazione, e gli attacchi che sta subendo questa ragazza mostrano che è la società ad essere incapace di accogliere le istanze dei giovani e non i giovani a non averne.

Buona domenica!

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